Orgoglio d’un uomo è bere e capire sempre quel che si faccia, non solo bevendo…Maneggia la bottiglia con la circospezione di chi sposti un bucchero prezioso…Impedisci a chiunque di riempirti il bicchiere rimasto a mezzo dopo l’ultima mescita: non vale dire che, tanto, è lo stesso vino: ogni bottiglia infatti ha una sua anima…Molta gente crede che bastino i quattrini per bere bene: si può bere anche male con vino ottimo, benché sia assiomatico e inevitabile il bere male con vino cattivo. Risiedi a lungo in Francia e scopri l’organizzazione, la quale non può essere inciviltà…Essi fanno il vino con una tecnica insigne: spinta all’eccesso, lo priva tuttavia del suo carattere più sincero.  Quando la tecnica di vinificazione è eccessiva, hai l’impressione, bevendo, di baciare una donna troppo truccata: sempre donna è, ma forse andrebbe meglio al naturale. Comunque, non esageriamo: una Venere priva di tecnica e di pulizia può disgustarti, così come ti può attirare una racchietta che almeno sia brava e pulita…Mi arrabbio moltissimo quando un gonzo, dei tanti che s’incontrano al mondo, pompa spumante pavese e, credendo di lusingarmi, sentenzia che <<pare proprio champagne>>…smetterei di chiamare spumante il sublime compattissimo bianco ricavato da ceps ormai acclimatati da oltre mezzo secolo sui nostri colli: lo chiamerei vino di lusso pavese, e lo farei pagare quanto realmente vale, cioè caro, perché i piccioni riterrebbero di screditarsi, non cacciando molti quattrini per <<una buona bottiglia>>…dei nostri vini dovremmo andarne a cercare i nomi antichi, senza più ricorrere a prestiti artificiosi. L’abbiano portata i migratori del cielo o della terra, la vite cresceva da noi otto secoli prima che i Romani si affacciassero in Val Padana. Se può bastare questo a darci il diritto di essere noi stessi, vediamo di non regalare nulla a nessuno, magari illudendoci di prendergli qualcosa!

(Gianni Brera)